Nel mio immaginario il succo di frutta ha un posto importante.
Mi riporta alle estati della mia infanzia, quando sulla tavola di mia nonna non mancava mai una bottiglia di succo all'albicocca o alla pesca. Io preferivo la pera o la mela, ma non so perchè erano più rare...
Ricordo poi una signora, amica di mia madre, che ogni volta che andavamo a casa sua, mi offriva degli ottimi succhi di pera fatti in casa. Li metteva nelle bottiglie della birra, come di solito fa la gente per la conserva di pomodori. Erano stupendi, ma mi vergognavo a chiederne ancora.
Mi ricordo anche una parente, a Lucca, che faceva l'aranciata da sola. Non era un semplice succo di frutta, era proprio una bibita gassata, ma era speciale. L'arancia era vera e anche se non era la sanguinella, la mia preferita, era lo stesso eccezionale. Ancora adesso l'acquolina mi si forma in bocca...
Negli ultimi anni poi ho scoperto che i succhi di frutta confezionati mi provocano brutti effetti di stomaco e intestino e quindi ho cominciato ad evitarli.
L'unico succo che mi compro e bevo settimanalmente è quello di mirtillo.
Evidentemente non mi da particolari effetti collaterali, anche se purtroppo il gusto cambia completamente da marchio a marchio... e sembra di bere sempre un frutto diverso..
Forse, poi, dovrei approfondire le differenze tra ribes e mirtillo, a volte non sono così chiare...
Ho l'impressione comunque che i succhi di frutta negli anni abbiano perso un po' del loro appeal a livello commerciale, nonostante tutte le varianti che sono state inventate e la pubblicità che punta molto sulla qualità del prodotto. Forse le bibite hanno preso definitivamente anche il posto sociale dei succhi di frutta, forse lo ha preso la birra o forse la gente non si fida delle aziende(vedi parmalat) produttrici dei succhi.
V.
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