Ne Il padrino, Michael Corleone (Al Pacino), il figlio di Don Vito, viene presentato cosí: al matrimonio di sua sorella è con la sua fidanzata americana (Diane Keaton), e le dice: «La mia famiglia è cosí. Non mi somiglia». E infatti è l’unico dei figli di Don Vito a non far parte del crimine organizzato di New York. Studia all’università, che poi abbandonerà per arruolarsi nei marines. Diventa un eroe di guerra. Suo padre ne è orgoglioso, e sogna per lui una carriera politica di alto livello. Poi succede che Don Vito Corleone subisce l’agguato ed è in fin di vita. E Michael accorre al suo capezzale. Da quel momento comincerà la sua trasformazione. Che ha un inizio preciso. Lui è a casa, insieme a tutti gli altri della famiglia, e gli dicono che la sua fidanzata è al telefono. Va a rispondere, si parlano, lei lo consola e poi dice: ti amo. E gli chiede se anche lui la ama, gli chiede di dirlo. Ma Michael non lo dice. Dice: «Adesso non posso». E non lo dice. Non dice «ti amo» a una donna davanti agli altri uomini. Lui che ha detto di non somigliare a tutti questi uomini della famiglia, adesso davanti a loro non se la sente di esprimere un sentimento ad alta voce. In quel momento si capisce che sta accettando le regole della famiglia (dei maschi) e si capisce che si trasformerà nell’animale che poi tutti vedremo. E diventerà a sua volta il Padrino.
(da "L'animale che mi porto dentro" di Francesco Piccolo)
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