...qualcosa ti ferma sulla porta. Succede senza che te ne renda conto; o forse è la prima volta dopo tanto tempo che ti rendi conto davvero di qualcosa su di te. Hai appena infilato la giacca quando ti metti a piangere, come se qualcuno avesse fatto scattare un interruttore silenzioso e inevitabile. Prima piangi piano, in silenzio, quasi a non voler disturbare. Poi più forte fino a quando non arrivano i singhiozzi e la pena disperata per la tua solitudine e il tuo fallimento e il tuo fare finta di niente e l’amore perduto e non più ritrovato, e tua madre e tuo padre che non hai mai conosciuto davvero e adesso è tardi e per tutta questa vita che ti è passata accanto e che non sei stato capace di vivere perché volevi soltanto raccontarla, e non sei stato capace di fare neanche quello. Tutta questa vita che poi finisce, una mattina o una sera, normali come le altre. Finisce, e ti ritrovi ad averla sempre scansata. Finisce con le scintille che si disperdono nell’aria, senza accendere un fuoco e senza lasciare traccia.
Gianrico Carofiglio - Il Bordo Vertiginoso delle Cose
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