Quando arrivò l'apocalisse, nessuno la prese troppo sul serio.
In seguito molti si giustificarono dicendo che quelli erano strani giorni.
Giorni in cui era difficile distinguere il vero dal falso.
Avevano ragione.
I media raccontavano storie inventate, lavorando sull'indignazione.
Le armi di distruzione di massa si trovavano sulle prime pagine dei giornali, ma non nei paesi accusati di possederle.
Qualcuno giurava di aver letto che il governo avrebbe presto concesso case gratuite ai rom, e, in risposta, decine di campi nomadi venivano dati alle fiamme.
Case farmaceutiche iniettavano malattie nei nostri figli tramite i vaccini. E nei cieli venivano sparse polveri misteriose che ci assoggettavano ai voleri dei governi.
Chi leggeva queste notizie, e le credeva vere, era spaventato e arrabbiato.
Chi invece pensava fosse tutto falso era spaventato da coloro che ci credevano.
Verità e menzogna, spacciate a poche sterline o condivise gratuitamente, finirono per confondersi, finchè, semplicemente, la gente smise di farci caso.
Senza credere più a quello che leggeva, vedeva o sentiva.
(da Dylan Dog n.374 - La Fine dell'Oscurità - Soggetto e Sceneggiatura: Mauro Uzzeo; Disegni: Giorgio Santucci; Copertina: Gigi Cavenago)
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