Volo Istanbul-Tashkent della notte tra il 4 e il 5 agosto 2016.
Sul nostro aereo Turkish Airlines, accanto al nostro gruppo, si è seduto un gruppo di donne all'apparenza orientali (non sappiamo se turche o uzbeke). Continuano ad arrivare persone. L'imbarco è ancora in corso.
Mentre continuano ad arrivare persone due uomini della sicurezza cominciano a parlare con due delle donne sedute accanto a noi.
La discussione si fa sempre più accalorata, arrivano altri uomini della sicurezza.
Una delle due donne, in inglese, ci spiega che è solo un contrattempo dovuto al fatto che lei e un'altra sono omonime, nate lo stesso giorno e residenti nella stessa città. Mi verrebbe di farle una battuta e chiedere se hanno anche lo stesso codice fiscale ma me la tengo per me...
Dopo mezz'ora di discussione, con urli e incazzature anche tra gli uomini della sicurezza, le due ragazze vengono portate via. L'aereo ancora non decolla.
A questo punto il comandante manda un messaggio chiedendo ad ognuno di controllare i propri bagagli a mano. La qual cosa ci sembra abbastanza stupida perchè se non ci fanno scendere come è possibile verificare se ci sono bagagli in più?
A questo punto uno dei miei compagni di viaggio denuncia il fatto che un altro passeggero (seduto, guarda che fortuna, alla mia sinistra) gli ha chiesto di portare sull'aereo una borsa. Gli steward fanno qualche domanda al passeggero in questione ma non sembrano molto convinti.
Il passeggero in questione, tra l'altro, è già sott'occhio di molti altri perchè si aggira nell'aereo da quando è salito aprendo e chiudendo gli scomparti dei bagagli (creando quindi apprensione in tutti gli altri passeggeri).
Gli steward lo invitano a mettersi a sedere e il comandante comincia i preparativi per il decollo.
Il passeggero, guardato a vista da me, durante il decollo, continua a scambiarsi messaggi via Telegram (o Whatsapp) nonostante un blando richiamo di una hostess.
La sua ragazza (o almeno presumo tale), seduta dietro di lui, insiste pure lei a mandare messaggi, almeno finchè l'altezza non glielo impedisce. Per tutto il resto del viaggio (circa 3,40 ore) ha passato il tempo piangendo e scrivendo cose sul telefono.
Il tizio, appena possibile, si alza e comincia di nuovo ad aprire e chiudere gli scomparti dei bagagli.
Insomma, ho passato tutto il tempo a controllarlo a vista e non mi sono rilassato mai.
Non siamo esplosi e neanche siamo stati dirottati.
Sulle procedure di sicurezza della Turkish però nutro seri dubbi e per quanto possibile eviterò di salire nuovamente sui loro aerei.
Vladimiro
p.s.
abbiamo ritrovato il tizio nel volo di ritorno che trasportava vari cocomeri imballati nella plastica.
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