Ogni volta che finisco un libro che ho amato riesco con difficoltà a separarmene. E' come se avessi bisogno di trascinare ancora quelle sensazioni, quel mondo.
Ci sono libri dentro i quali ancora sto: "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore", "I, robot", "Pet semetary", "Maus", "Il signore degli anelli", "Anna Karenina", "V for Vendetta", "Watchmen", i libri di Coloane, quelli di Traven, quelli di Bradbury, "Almost Blue" di Lucarelli, alcuni di Bukowski, molti di Camilleri e tanti altri. Tutti questi universi ancora mi pervadono, mi intossicano, mi circondano... e se ne esco è come non fossero mai esistiti. Per questo cerco di mantenerli in vita, cerco di non vedere che sono finiti, che non ci sono più pagine da leggere.
E un po' succede anche con le persone, ci sono interazioni che ti contaminano nel profondo: amicizie, relazioni di stima sul lavoro, affetti parentali, amori... ed è sempre difficile staccarsi, si ha un po' l'esigenza di mantenere viva quella fiammella che ti ha legato a quella determinata persona, al suo mondo, al suo essere. Se spegni quella fiammella è come se per te quella persona fosse morta, esattamente come succede con i libri.. e allora in certe notti di solitudine cerchi ancora quelle fiammelle, che non sono le fiamme vive delle persone che frequenti ogni giorno, ma sono appunto piccole fiaccole che ti legano ad alcune persone che semplicemente non ci sono più perchè se ne sono andate, perchè non le hai più cercate, perchè sono veramente morte o semplicemente perchè non lo sai il perchè... e allora non hai mai il coraggio di spegnerlo il fuoco, di soffiare sulla fiamma, di bagnare lo stoppino, aspetti semplicemente che si consumi, che si estingua per proprio conto e che quindi non sia mai esistito.
V.
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