Prosegue l'operazione nostalgia (ostalgie come dicono i tedeschi) per i paesi dell'ex blocco sovietico. Nel caso di Marzi più che nostalgia per il tempo che fu possiamo parlare puramente di nostalgia per un infanzia "povera" in un paese che non esiste più.
La Polonia di Marzena Sowa è un paese spaesato e bucolico, le fabbriche sono solo luoghi dove si vive ma in realtà le tradizioni sono ancora agricole e campagnole. Il comunismo è una facciata che tenta inutilmente di coprire, anzi ricoprire, tradizioni antiche e profonde. La fede cattolica appare come un mezzo per resistere ad una dittature stupida ed inutile.
Marzi cresce tra tutte queste contraddizioni e come tutti i bambini di questo mondo soffre per non poter avere una barbie o dei giocattoli migliori, ma come tutti i bambini si diverte con nulla e capisce che non sono gli oggetti a fare la differenza ma gli affetti profondi, come quello verso il padre.
La storia del paese, fino all'arrivo di Solidarnosc, scorre in sottofondo alla vita di famiglia.
Un personaggio indimenticabile Marzi, i disegni di Sylvain Savoia rendono il tutto leggero e fruibile e si accostano con innegabile grazia ai testi di Marzena.
Da leggere.
V.
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