C'è una serie di comics, ben fatta, che parla di un mondo invaso dagli zombie, la stessa serie è stata portata, con un certo successo, in TV. Negli anni '80 ci sono stati "i sopravvissuti", serie tv inglese, e libro, dove c'era un mondo in cui l'umanità era stata distrutta da un virus. Recentemente c'è stata una serie TV, con Noah While, che parla di un'umanità sopraffatta dagli alieni, poi ci sono stati gli asteroidi, i lucertoloni, terranova, etc...
Insomma il campionario letterario/televisivo è zeppo di mondi in cui l'umanità è stata annientata da qualche evento(malattie, cataclismi, invasioni, inquinamento, etc..) e in tutte queste storie c'è una costante: l'umanità che rimane è peggiore di quella che è scomparsa, cioè l'uomo si abbrutisce, si imbarbarisce e diventa una bestia.
L'assenza di un'organizzazione, di un controllo, di regole, porta al caos. Cioè il singolo essere umano, pur di sopravvivere, non esita a prevaricare gli altri.
Non so come mai, ma leggendo l'ultimo uscito dei fumetti dei morti camminanti mi è venuto in mente che, in qualche maniera, mi sento in un mondo simile a quello della storia.
Non c'è stato nessun virus, nessuna invasione, nessun mostro, ma io mi sento circondato da zombie. Sono zombie in perfetta forma, a volta ben vestiti, ma non sfuggono alla regola delle fiction: cercano di mangiarti, di distruggerti, di seppellirti e io mi rendo conto di essere simile ai protagonisti delle storie fantastiche: anche io non esito a colpire, a prevaricare, a sparare.. cioè alla fine anche io non sono migliore degli zombie...
E la cosa che mi fa immedesimare con i protagonisti delle varie serie è che anche io non vedo un futuro(no future, dicevano i punk), una speranza per l'umanità. E per questo mi sono amaramente pentito di non essere emigrato, quando avrei potuto.
V.
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