C'è stato un tempo in cui i miei genitori mi spedivano l'estate, almeno per un mese, dai nonni.
Già il viaggio era un avventura, ai tempi per andare da Firenze al sud della Calabria, occorrevano, in treno, almeno 24 ore. A volte mi accompagnava la mamma, a volte uno zio(mitico è rimasto un viaggio in cui mi sono letto non so quanti fumetti di Johnny Logan e Alan Ford).
Arrivato al paese, oltre al mare mattutino c'erano le partite di calcio(infinite) pomeridiane. Un sacco di amici, alcuni dei quali ho perso di vista, sparpagliati per lo stivale, e non solo. Torino, Napodli, Firenze, Roma, Milano, Bruxelles, Zurigo, Genova, Trieste, Reggio Calabria, Philadelphia... la lenta diaspora dei calabresi--
Mia nonna si sentiva unpo' aristocratica e stava spesso affacciata alla finestra al piano terra ad osservare il paese senza mischiarsi ad esso. Uno degli spettacoli più affascinanti erano i funerali che passavano sempre davanti alla finestra che dava sulla strada principale(corso Umberto).
I signori cominciavano a riunirsi almeno mezz'ora prima dell'inizio, le donne arrivavano solo alla fine, poco prima della lenta partenza della mercedes col feretro. Gli uomini(al tempo quasi tutti contadini) approfittavano dei funerali per chiacchierare, scambiarsi idee e informazioni. Le donne stavano in silenzio. I vestiti erano naturalmente neri e le camicie bianche. I funerali erano lente processioni, a volte con la banda, più spesso senza.
Nelle città non vedo più funerali con la processione, oramai dopo la messa funebre solo i familiari si recano al cimitero.
Dopo il 15 di agosto il mare cominciava inesorabilmente ad ingrossarsi, dopo il 20 le onde diventavano grosse per un ragazzino e allora ci si divertiva a farsi trascinare sul bagnasciuga dai cavalloni.
Poi l'estate finiva e si tornava a casa in un lungo, estenuante viaggio attraverso il cuore del paese con l'auto di mio padre. Prima con una autobianchi bianchina color verde bottiglia, poi con una giulia 1.3 super ed infine con una mercedes 2.4 diese di un improbabile color azzurrino. Poi è arrivata l'adolescenza.
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