Mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sull'usura e sul sovraindebitamento.
Cosa dire? Secondo me stiamo parlando del risultato della cattiva coscienza della nostra tiepida società.
Sull'usura qualcosa so, l'ho incontrata varie volte negli anni di lavoro.
Come curatore fallimentare un paio di volte ho dovuto fare segnalazioni
alla procura della repubblica in merito ad imprenditori che
probabilmente erano finiti in mano agli strozzini.
In uno dei due casi, ricordo bene, venne a trovarmi uno strano
personaggio. Era un creditore del fallito che vantava crediti per
cambiali per un importo che si aggirava attorno ai vecchi cento milioni di lire. Quando chiesi a cosa
erano dovuti i crediti, vendita di merci o altro, non disse nulla, si
limitò a rimanere in silenzio e a fissarmi.
Era vestito con uno spezzato marrone molto liso, sopra portava un
cappotto grigio d'altri tempi. Odorava di tabacco di bassa qualità e aveva degli occhi azzurri freddi e fissi. La cosa più curiosa però era un pesante
anello d'oro che sbatteva continuamente, ritmicamente, sul tavolo
mentre mi parlava.
Dopo qualche giorno mi chiamarono i carabinieri per chiedermi i recapiti del tizio. Io rimasi un po' stupito alla richiesta. Delle indagini non ho poi saputo niente.
Io pero' personalmente sono molto affascinato dal debito, da come si
origina, dal perché ci sono persone che cascano inesorabilmente in situazioni irrisolvibili, drammatiche, a volte tragiche.
Nell'attività di consulente aziendale mi imbatto continuamente in persone alla
ricerca disperata di denaro, in genere si giustificano dicendomi che
serve per lo start up di un'impresa o per un investimento. Nella grande
maggioranza dei casi sappiamo entrambi che non è così.
Quei soldi servono a coprire debiti maturati
nell'ambito della vita corrente, per mantenere un certo tenore o per
aumentarlo. In qualche caso servono a coprire debiti dovuti a mancate
riscossioni o ad investimenti sbagliati, che poi rischiano di creare un effetto a cascata.
In alcuni dei casi cui faccio riferimento l'imprenditore, visto che le
banche avevano chiuso i cordoni, mi ha chiesto se conoscevo qualcuno
disposto a prestargli dei soldi. Sapevamo entrambi cosa mi stava
chiedendo. La mia risposta in questi casi è sempre stata di chiedere
aiuto ai parenti o agli amici. Raramente però le persone in queste
situazioni trovano un aiuto concreto dalle famiglie.
A volte ho perso il cliente, attirato da colleghi che
promettevano prestiti facili, non so di che natura. Forse da finanziarie
magiche.
Purtroppo in alcune di queste persone c'è una predisposizione al debito, alcuni sono dei professionisti del debito. Spesso dopo averlo contratto non lo sentono come una cosa da risolvere velocemente, allora tendono a diluirlo, a rimandarlo e alla fine ad ignorarlo. E allora queste situazioni si tramandano per anni, decenni, a volte generazioni. L'effetto cascata poi è impressionante, ci sono persone che hanno perso la casa per aver aiutato i congiunti, che intanto magari vivono tranquillamente una nuova vita. I professionisti del debito, aiutati da una legislazione favorevole, navigano agevolmente in questa situazione, distruggono tutto ciò che toccano e tutti coloro che incontrano, famiglie comprese, si muovono come squali alla ricerca di cibo finanziario da bruciare velocemente senza lasciare nulla ai creditori distrutti. Alcuni preferiscono fallire piuttosto che pagare onorevolmente un debito. E se non possono fallire scompaiono nelle nebbie di residenze inesistenti, di falsi numeri di telefono, di avvocati e commercialisti complici.
Ci sono però casi non rari in cui il debito ha logorato la persona, l'ha consumata per poi finirla lentamente. In questo caso si tratta di persone per cui aver contratto un debito è una ferita all'onore di un onesto lavoratore, e quest'onore ferito si trasforma velocemente in tragedia.
E' difficile resistere quando la pressione esterna è fortissima e si insinua nelle famiglie, dilaga nella vita quotidiana fino a riempirne ogni spazio, togliendo il fiato e la voglia di vivere.
Alcune di queste persone oneste hanno sacrificato la propria vita al risanamento di situazioni familiari e aziendali devastate, anche contro ogni possibilità concreta di riuscire. E purtroppo anche in questo caso la legislazione non fa il gioco delle persone perbene. Ma al solito chi lucra sulle sfortune altrui è protetto adeguatamente e diventa difficile denunciarlo o bloccarlo.
V.
quando avrò più temo risponderò al tuo post, per ora mi limito a rispondere al commento che hai lasciato sul blog di finanzio.
non so cosa intendi per politica reazionaria che non porterà avanti la chiesa...(peraltro che umiltà nel giudicarla)..perchè se non credi sia buono il magistero di benedetto XVI, che per esempio con gli ortodossi e i protestanti sta attuando una grande forma di ascolto reciproco, nonchè di lavoro vero e proprio con il fine di riconciliarsi....
mmm....forse no, non ti riferivi a questogrande passo...
ma a quale?
non capisco proprio....
ma mi sbglio, forse...per cui rispondimi!
ciao!
Il Blogh.
Scritto da: Il blogh | gen 29, 2008 a 15:56
Mi interessano poco le disquisizioni sull'avvicinamento delle varie confessioni cristiane, anche se sarebbe un passo importante riunificare la cristianità... ma la vera domanda riguardo a questo è: perchè il cristianesimo(come altre religioni) si è spaccato più e più volte?...
Sulla politica reazionaria ti dico questo, è evidente che la chiesa italiana è profondamente divisa al suo interno. Il pontificato di Benedetto XVI si sta distinguendo per un ritorno a vecchie modalità e stilemi(che per alcuni potranno anche essere graditi). A livello politico è lampante che una parte delle gerarchie si schiera sempre e comunque con parti retrive e vecchie della società. Questo per me si chiama essere reazionari.
E questo per me allontana qualcuno dalle stesse gerarchie.
Quando il papa parla di Roma dicendo che ha dei problemi ritengo che dica una cosa giusta. Ma cosa dovrebbe dire di Palermo, di Reggio Calabria, di New York, di Rio, di Buenos Aires, di Mosca? A volte mi sembra che ci si perda in beghe paesane perdendo di vista le montagne che franano..
V.
Scritto da: vladimiro | gen 30, 2008 a 13:25
Ciao Vlad,
bel post, anche se mi pare che i commenti non ci "azzecchino" per nulla!
Per situazioni di vita, e non per lavoro, mi è capitato di avere a che fare con persone come quelle che descrivi tu. I professionisti del debito che veleggiano imperturbabili, e quelli che a causa loro ci si distruggono.
Situazioni che incastrano gente che non c'entra nulla. Banche spietate, legge che non cautela i corretti ma spesso i corrotti.
Hai idea di come si potrebbe intervenire con leggi o regolamenti?
ciao ciao, carla
Scritto da: carla | feb 02, 2008 a 18:00
Se fossi un imprenditore mi guarderei bene dal chiederti una consulenza, visto e considerato che consideri la categoria costituita da sprovveduti, arrampicatori sociali che si indebitano solo per "apparire" e mantenere regimi di vita da "nababbi". Beh, questa è la classica opinione che ha degli imprenditori la più becera sinistra massimalista di stampo stalinista. Ma ti è mai capitato di aver a che fare con piccole o medie aziende strozzate dal "grande capitale" amico dei politici che in generale stanno a sinistra o delle aziende statali o parastatali o delle ASL? Delle FIAT che pagano e pagavano i propri fornitori a 270 o 300 giorni dalla consegna e spesso e volentieri non pagano affatto se l'aziendina è a loro appetibile? O la politica del "TUO" amico Prodi quando era all'IRI che "imponeva" alle aziende del gruppo il pagamento a 360 giorni o, "pro bono pacis" invitavano i fornitori a utilizzare la propria societa di factoring con interessi da strozzinaggio? Sai come si chiamava a quei tempi questa forma finanziaria ? Il pizzo di Prodi. O tutti i casi delle ASL del centro o sud Italia che pagano a babbo morto costringendo le aziende fornitrici a esposizioni finanziarie anche per il doppio del proprio fatturato? Ti sono mai capitati mio caro consulente finanziario dei miei stivali casi del genere? E ricordati che l'Italia che produce reddito è costituita al 90% da piccole e medie imprese che si autofinanziano e che non chiedono aiuti ne allo Stato, ne alla UE e tantomeno sono delle cooperative. E i casi che metti in evidenza, con una forma a dir poco subdola, sono dei semplici casi che non confermano la regola. Cambia mestiere anzichè fare consulenze e scrivere scemenze sui blog.
Teppista.
Scritto da: Teppista | feb 02, 2008 a 22:19
Caro Teppista, lo sai che a volte ho l'impressione che tu non sappia leggere!
Oppure non capisci quello che leggi!
I tuoi commenti sono inutili quanto le cose che scrivi sul tuo blog.
Ciao
V.
Scritto da: Vladimiro | feb 03, 2008 a 00:52