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Scontrini irregolari, accertamento legittimo

La corte di Cassazione, con l'ordinanza n.20632, del 31/08/2017, conferma che, se gli scontrini fiscali presentano anomalie , l'accertamento è valido.

La Cassazione afferma:"

"...in presenza di contabilità formalmente regolare, ma intrinsecamente inattendibile per l’antieconomicità del comportamento del contribuente, può desumere in via induttiva [….] sulla base di presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti, il reddito del contribuente utilizzando le incongruenze tra i ricavi, i compensi ed i corrispettivi dichiarati e quelli desumibili dalle condizioni di esercizio della specifica attività svolta, incombendo su quest’ultimo l’onere di fornire la prova contraria e dimostrare la correttezza delle proprie dichiarazioni..."

La CTR, nella sua sentenza, aveva messo in evidenza le violazioni in tema di scontrini fiscali. La Cassazione ha confermato.

Vladimiro D'Agostino

Scadenza annuale delle operazioni intercorse con paesi Black List rinviata al 20 settembre 2016

Con il provvedimento n. 45144 del 25/03/2016, l'Agenzia delle Entrate ha rinviato la scadenza dell'invio della comunicazione delle operazioni economiche nei confronti di operatori economici aventi sede, residenza o domicilio in Paesi a fiscalità privilegiata al 20 settembre 2016.

Restano invariate tutte le altre condizioni presupposto di tale obbligo. In particolar modo si ricorda che il limite di importo superiore a 500 euro per operazione è stato sostituito dal limite di importo superiore a 10.000 euro complessivi annui, a prescindere dal valore di ogni operazione, per far decorrere l'obbligo della comunicazione annuale Black List.

sergio buffini

La frode dell'amministratore non salva la societa' dalle sanzioni

La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n.1024, depositata ieri, ha ribadito il concetto per cui l'amministratore o il direttore non possono essere considerati terzi rispetto alla società.

Pertanto, eventuali condotte illecite condotte da amministratori o direttori, non possono salvare la società da eventuali sanzioni.

Nel caso in questione erano stati imputati costi inesistenti (realmente pagati) e quindi l'imponibile fiscale era sensibilmente più basso di quello che avrebbe dovuto essere. A nulla è valso il fatto che la società avesse denunciato all'autorità giudiziaria tale comportamento.

Secondo la cassazione il fatto deve essere imputabile esclusivamente a terzi, come non sono gli amministratori o il direttore.

Vladimiro D'Agostino

Accertamento da studi di settore illegittimo se la perdita e' effettiva

L'accertamento, basato su parametri e studi di settore, è illegittimo se la perdita d'esercizio è giustificata, in sede di contraddittorio, e supportata da validi argomenti.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n.10920 del 27/5/2015.

Se il contribuente presenta più ragioni, distinte e documentate in propria difesa, l'agenzia delle entrate non può limitarsi a contestare in generale il contraddittorio presentato, ma deve formulare specifiche contestazioni in relazione alle ragioni formulate.

Vladimiro D'Agostino

Valido l'accertamento sui conti correnti cointestati

L'art.51, c.2 n.7 D.P.R.633/1972 consente all'Amministrazione finanziaria di effettuare indagini volte al contrasto dell'evasione fiscale senza alcuna limitazione.

E' il contribuente a dover dimostrare che le operazioni presenti sul c/c (anche cointestato) sono estranee all'attività esercitata.

Lo ha ribadito la Corte di Cassazione con la sentenza n.9362 del giorno 8/5/2015.

Vladimiro D'Agostino

L'agenzia delle entrate non puo' entrare in merito ai costi sostenuti dall'impresa

Affinchè un costo possa ritenersi deducibile dal reddito, è sufficiente che esista una correlazione con l'attività d'impresa. Non è richiesta una correlazione diretta con la produzione di ricavi.

Il fisco può valutare la congruità di costi e ricavi, anche in presenza di contabilità regolare, ma non può valutare l'opportunità o la necessità di un'impresa di sostenere una spesa in relazione all'oggetto della propria attività. Queste decisioni spettano agli imprenditori nell'ottica delle strategie aziendali.

I costi derivanti da scelte strategiche dell'impresa non sono dunque sentenziabili dall'agenzia delle Entrate.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n.10319 del 20/05/2015.

Vladimiro D'Agostino

L'accertamento deve tenere conto della crisi

E' nullo l'accertamento induttivo che non considera la crisi economica del settore in cui opera l'impresa. L'atto impositivo non può basarsi, nel caso la situazione economica del settore sia critica, su incongruenze tra costi e ricavi.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n.9973 del 15/05/2015.

Vladimiro D'Agostino

Sponsorizzazioni: l'inerenza deve essere provata dal fisco

L'inerenza dei costi per spese di sponsorizzazione va intesa in senso ampio e desunta dall'oggetto sociale. Deve essere il fisco a provare i motivi per i quali non vi è legame tra le spese (per sponsorizzazione) e l'attività esercitata.

Lo ha stabilito la Commissione Tributaria provinciale di Pisa, sezione 1, con la sentenza n.94/2015 del 11/02/2015.

Vladimiro D'Agostino

IRAP: il medico con segretaria e ambulatorio e' soggetto

E' legittimo chiedere il pagamento dell'IRAP al medico che ha a sua disposizione un ambulatorio arredato e attrezzato ed usufruisce del lavoro di una segretaria, seppur a part-time.

Lo ha stabilito la Commissione tributaria provinciale di Bolzano, sezione 2, con la sentenza n.4/2015.

Tali elementi, a parere della commissione, comportano un aumento della capacità di generare ricavi.

Vladimiro D'Agostino

Nuovo ravvedimento operoso: si applica anche alle violazioni già constatate

Le nuove regole sul ravvedimento operoso si applicano anche alle violazioni già constatate dall'ufficio al 1/1/2015 ma ancora non interessate da accertamento, liquidazione o cartelle.

La circolare n.6/3 del 19/02/2015 chiarisce, tra le altre, anche questo.

Scarica 2015 02 19 CIRCOLARE 6e split

Vladimiro D'Agostino

Niente compensazione con dichiarazione omessa.

Continua l'annoso dibattito sugli effetti del mancato invio delle dichiarazioni dei redditi su crediti e compensazioni.

La Corte di Cassazione, con la sentenza n.1287 del 26/01/2015, ha stabilito che l'omessa presentazione della dichiarazione dei redditi determina la perdita, da parte del contribuente, del diritto a compensare i crediti sorti in capo all'annualità. 

La perdita del diritto è connaturata al fatto che l'amministrazione finanziaria, non avendo a disposizione il modello unico, non è in condizione di effettuare di dovuti controlli e riscontri.

Vladimiro D'Agostino

Reati fiscali: ammessa la confisca dei beni degli amministratori

In caso di reati fiscali, nel caso in cui le risorse della società siano incapienti,  è ammessa la confisca per equivalente sui beni degli amministratori.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n.6205/2015.

Vladimiro D'Agostino

Responsabilita' amministratori associazioni

Con la sentenza 788/09/2014, la commissione tributaria provinciale di Vicenza ha stabilito che la responsabilità degli amministratori delle associazioni sportive non può essere collegata alla mera titolarità della rappresentanza legale ma si deve provare l'attività concretamente svolta.

Vladimiro D'Agostino

Pagamenti e prelevamenti sul c/c diventano redditi se non c'è prova contraria

La Corte di Cassazione, con l'ordinanza n.1236 del 22/01/2015, ha ribadito che versamenti e prelevamenti sul c/c, in mancanza di prova contraria, sono da considerarsi redditi (art.32 DPR 600/73).

In particolare le entrate devono essere registrate in contabilità e per le uscite si deve dimostrare a cosa sono servite (pagamento fornitori, etc.).

Vladimiro D'Agostino

Verifiche Finanza senza obbligo di avvertire il contribuente

Gli agenti della Guardia di Finanza possono ampliare le verifiche, in sede di ispezione, senza l'obbligo di avvertire il contribuente.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza n.992 del 21/01/2015.

Vladimiro D'Agostino

Beni scomparsi in azienda, si presumono ceduti

La Corte di Cassazione, con la sentenza n.18722/2014, ribadisce il concetto secondo cui, in caso di "mancato rinvenimento" di beni acquistati, prodotti o importati, che non si trovano presso le sedi aziendali, gli stessi sono considerati ceduti (presunzione legale) ai fini IVA (art.53 Dpr 633/73). L'azienda ha però la possibilità di dimostrare che non è così, fornendo le prove.

Il principio vale anche ai fini delle imposte dirette, ma soltanto come presunzione semplice.

Vladimiro D'Agostino

Societa' di capitali, gli utili non dichiarati vanno attribuiti ai soci

Nel caso di società di capitali a ristretta base azionaria, in caso di utili accertati e non dichiarati, opera la presunzione di attribuzione, pro quota, ai soci degli utili non dichiarta, salvo prova contraria (a cura del contribuente).

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, sezione VI, con la sentenza n.12329 del 30/05/2014.

Questo tipo di sentenze naturalmente può avere ripercussioni anche nei rapporti tra soci e tra soci e amministratori, come è facilmente intuibile.

Vladimiro D'Agostino

Banche, e' il contribuente a dover dimostrare da dove vengono i soldi

Con la sentenza n.22920 del 29/10/2014 la Corte di Cassazione ribadisce il concetto, più volte espresso, che è il contribuente a dover dimostrare che i movimenti bancari non sono riferibili ad operazioni imponibili. Tale dimostrazione deve essere analitica e non generica, cioè riferita ad ogni singolo movimento.

I movimenti non giustificati saranno quindi recuperati a tassazione.

Vladimiro D'Agostino

Nessun accertamento se si cede la licenza al figlio

Non è ammesso accertamento induttivo nel caso la licenza (di un Taxi) venga ceduta dal padre al figlio. La Corte di Cassazione, sesta sezione civile, con l'ordinanza n.20533 del 29/09/2014, ha accolto il ricorso di un contribuente contro la pronuncia della Commissione tributaria regionale.

A parere della cassazione andava prima acclarato che vi fosse stato effettivo trasferimento di ricchezza, anche considerando il fatto che la cessione era tra padre e figlio e quindi presuntivamente gratuita, quindi non avrebbe potuto generare plusvalenze.

Vladimiro D'Agostino

Scatta l'accertamento per condotta antieconomica quando il valore dell'immobile compravenduto non collima con i valori Omi

Lo afferma la Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 22638, pubblicata oggi dalla sesta sezione civile, ed è accolto il ricorso dell'Agenzia delle Entrate contro la decisione di secondo grado della Commissione Triburia regionale del Piemonte. A una società venivano notificati due avvisi di accertamento che la Ctr considerava infondati perché le scritture contabili per la valorizzazione e la vendita di immobili erano inattendibili, considerati i costi eccessivi. La commissione regionale osservava che il valore di mercato degli immobili non poteva costituire la base di presunzione. Ad avviso del fisco, invece, la sentenza non considerava che l'accertamento si basava su presunzioni varie, costituite dai prezzi indicati nei rogiti di trasferimento in misura del tutto bassa, tenuto conto dei dati dell'Omi (osservatorio del mercato immobiliare) e della Federazione nazionale degli agenti immobiliari. La Cassazione ritiene che il ricorso dell'amministrazione finanziaria sia fondato. Infatti, in tema di accertamento delle imposte sui redditi, l'esistenza dei presupposti per l'applicazione del metodo induttivo (articolo 39, secondo comma, lett. d) del Dpr n. 600/73) non esclude che l'Amministrazione finanziaria possa servirsi, nel corso del medesimo accertamento e per determinate operazioni, del metodo analitico ex art. 39, primo comma, del Dpr. n. 600/73, oppure contemporaneamente di entrambe le metodologie, come nella specie. Pertanto, la Cassazione accoglie il ricorso dell'Agenzia delle entrate e cassa con rinvio ad altro giudice la sentenza impugnata.

Giovanni Rea